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Melo selvatico (Malus sylvestris)

Con chi è imparentato Malus sylvestris?

Malus sylvestris è uno degli antenati della nostra mela coltivata Malus pumila. In origine, la mela coltivata veniva ottenuta a partire da Malus sieversii, una specie dell'Asia centrale. Attraverso il commercio lungo la via della seta, la mela coltivata originale è entrata in contatto con diverse altre specie di mele selvatiche. In questo modo Malus baccata della Siberia, Malus orientalis del Caucaso e Malus sylvestris dell'Europa, hanno dato il loro contributo genetico alle attuali varietà di mele coltivate. Secondo la FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura), quest’ultime contribuiscono a nutrire l'umanità con oltre 90 milioni di tonnellate di frutta all'anno.

Perché Malus sylvestris è una specie CWR importante?

L'habitat di Malus sylvestris è costituito da foreste aperte e temperate, siepi, margini boschivi e boschi golenali della fascia collinare e montana (ad es. Berberidion). Il suo habitat è diventato raro a causa dello sfruttamento diffuso dei boschi con specie coltivate (abete rosso), della regolazione del deflusso dei corsi d’acqua e della mancanza di siepi per via dell'intensificazione agricola. Pertanto, la specie è considerata "potenzialmente minacciata". Inoltre, il melo selvatico è una delle specie "sotto-segnalate". Molte persone probabilmente temono di confonderlo con i meli coltivati che si sono inselvatichiti. Tuttavia, la distinzione non è così difficile se si sa cosa guardare: le foglie del melo selvatico sono più o meno glabre sulla pagina inferiore, i rami e il tronco hanno germogli corti simili a spine e i frutti sono piccoli (2-3 cm). Nel melo coltivato, le foglie sono tomentose sulla pagina inferiore, i rami sono privi di spine e i frutti sono grandi (> 5 cm). Malus sylvestris è stata selezionata come specie CWR importante a causa del suo statuto, della distribuzione attuale non sufficientemente conosciuta e della sua importanza per l'alimentazione umana.

  

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